L’ora giusta per dormire: studi e consigli utili

Esiste un’ora giusta, l’ora perfetta, per addormentarsi? Beh, a seguire i risultati di uno studio pubblicato sull’European Heart Journal e svolto su un campione di quasi 90.000 persone, donne e uomini, tra il 2006 e il 2010, forse non c’è un tempo esatto ma sicuramente un orario migliore in cui addormentarsi per prevenire malattie cardiovascolari.
Stiamo parlando del lasso di tempo che va dalle 22 alle 23 (e dalle 23 a mezzanotte con l’ora legale dell’estate): è proprio seguendo, attraverso misurazione con accelerometro da polso, e non con meccanismi di auto misurazione o questionari del sonno, le abitudini del campione analizzato che si è arrivati a vedere come, dopo 6 anni dall’inizio dello studio, circa 3.000 persone hanno iniziato a soffrire di malattie cardiovascolari. Di queste, chi si coricava dopo mezzanotte o prima delle 22, sviluppava il 25% di probabilità in più di ammalarsi rispetto a coloro che si attestavano nella fascia di addormentamento 22-23.
Ancora una volta, dunque, si capisce come il ritmo circadiano, ovvero l’orologio biologico interno che regola le nostre abitudini basandosi sul sistema luce – ombra, è un potente indicatore di come può funzionare il nostro organismo, nonché uno strumento utile per capire quali comportamenti sani e benefici dobbiamo adottare per vivere meglio.
Impostare una routine regolare del sonno, basata su orari fissi di addormentamento e risveglio, ci aiuta ad essere più in forma: assenza e presenza di luce ci “guidano” nel nostro ritmo biologico interno basato sulle 24 ore.
Inutile, dunque, cercare di rimanere svegli più a lungo, la sera, magari abusando nell’utilizzo della tecnologia con smartphone, tv o tablet, estremamente nocivi per il riposo.
Inutile, insomma, forzarsi ad essere ciò che non si è, facendo le ore piccole se in realtà continuiamo a sbadigliare o sentirsi esausti: il nostro corpo manda chiari segnali dei bisogni e le necessità che lo coinvolgono, bisogna imparare a conoscerlo e rispettarlo.
Fa benissimo, quindi, chi si concentra su qualche buona abitudine e stile di vita come ad esempio la meditazione, gli esercizi di stretching e il rilassamento fisico, da praticare prima di addormentarsi. Oppure chi si dedica alla lettura di un buon libro, accompagnata da una tisana calda con fiori ed erbe rilassanti da sorseggiare prima di abbandonarsi fra le braccia di Morfeo.
Tantissimi sono i consigli che si potrebbero dare per riposare più serenamente ma, su tutti, ciò che è davvero importante da ricordare è di non focalizzarsi ostinatamente sulla quantità di ore di sonno ma sulla regolarità.
Ciò che è importante, per il nostro corpo, è avere un ritmo scandito e seguirlo il più possibile con costanza, aiutandosi con pratiche rilassanti e salutari che distendono la muscolatura e alleggeriscono i pensieri.
Più yoga serale, e meno tv o social media: cenando presto e lasciando il tempo allo stomaco di digerire il pasto, potremo essere a letto per le 22:30, definendo quest’orario come un buon compromesso per la qualità del riposo, da una parte, e per le gli impegni e la routine quotidiana, dall’altra.

No agli alcolici prima di andare a dormire, soprattutto per i futuri papà

Uno studio compiuto da alcuni ricercatori con base a Shangai si è interrogato sulle conseguenze legate al consumo di alcol da parte dei padri nei mesi precedenti al concepimento del bambino e in quelli di gravidanza.
Le evidenze, per quanto frutto di analisi da approfondire e ancora premature per fungere da case study, hanno dimostrato come il sonno del nascituro, ed i comportamenti legati al riposo nei futuri 4 – 6 anni, verrebbero minacciati da rischi e problematiche quali ansia, depressione e sviluppo di comportamenti aggressivi.
Bere alcolici, dunque, non è consigliabile e tutti i genitori che stanno prendendo la decisione di mettere al mondo un figlio: l’alcol interferirebbe con le abitudini del bambino in fatto di sonno e addormentamento, sottoponendolo ad un forte stress e alla possibilità di sviluppare carenze o cattive abitudini del riposo.
Un altro studio, questo incentrato sui comportamenti della madre legati al consumo di alcol, evidenzia come le donne che continuano a bere anche durante la gravidanza avrebbero più probabilità di generare un bambino con quoziente intellettivo più basso e deficit di attenzione.
Per quanto, in modeste quantità, l’alcol possa essere considerato una piccola gioia che allieta il gusto di amatori e appassionati, nei mesi di concepimento e gravidanza, i genitori dovrebbero riporlo in cantina per il bene del nascituro, soprattutto per il suo futuro riposo.
L’idea, ovviamente, rientra in un progetto più ampio che prevede uno stile di vita sano – a maggior ragione se si sta cercando di concepire un bambino – che non riguarda solo il consumo di alcolici ma anche l’attività fisica e una corretta igiene del riposo.
Pratiche disintossicanti e corrette – come lo slow living e il digital detox – sono abitudini che farebbero davvero bene ai futuri genitori: sarebbe necessario impostare dei precisi tempi ON ed OFF-line in modo da porre dei confini e dei tempi per non ritrovarsi a controllare le mail, o rispondere ai messaggi, quando si è già in procinto di addormentarsi.
Computer, laptop e cellulari non dovrebbero far parte dell’arredamento, per così dire, della camera da letto: né la sera, né al risveglio, si dovrebbe concentrare la propria attenzione (e la vista!) sulle luci di uno schermo.
Digital detox non significa privazione: non parliamo di una realtà utopica in cui possiamo prendere in considerazione di allontanarci permanentemente dai dispositivi che ormai sono parte integrante dei nostri lavori, delle relazioni, ma significa impostare dei tempi, delle regole, per non farsi sovrastare da una digital media flood, una tempesta di stimoli online che vanno ad inficiare i nostri comportamenti, le abitudini, i ritmi della vita off.
Dormire, mangiare, meditare, ascoltare, parlare coi propri figli, sono azioni che non debbono essere disturbate o interferite in alcun modo, in nome del benessere complessivo, fisico e psicologico, delle nostre relazioni e di noi stessi.
Quindi, neogenitori, vi abbiamo messo in guardia: un bicchiere di vino e qualche chiacchiera chat o social media di meno e vostro figlio, un giorno, vi ringrazierà.