Quante volte, da giovani studenti, vi sarà capitato di fare le ore piccole sui libri fino a finire addirittura con la testa sulle pagine?
Oppure a lavoro, dopo ore ed ore passate a sbrigare qualche noiosa pratica, quante volte avrete sofferto di quella crisi acuta di sbadigli?
Ebbene, si tratta di un fenomeno del tutto normale: mantenere l’attenzione attiva, sia nello studio che nel lavoro, non è facile né immediato.
Ma perché accade? Perché ci succede di essere colti da improvvisa sonnolenza mentre si svolgono attività di concentrazione? E come fare a non soccombere finendo per addormentarsi davvero?
Scopriamolo insieme in questo articolo!
Sonno e noia: una combo micidiale
Uno sforzo mentale prolungato – sia esso compiuto per imparare l’intero capitolo di letteratura o per portare a termine un compito lavorativo – richiede molta energia e attenzione.
Le energie, tuttavia, non sono infinite e può succedere che, una volta esaurite, il corpo e la mente sentano il bisogno di allentare la pressione; in altre parole si mettano in stand-by.
Il congelamento dell’attenzione può essere conseguente anche alla stanchezza, sia fisica che intellettuale: uno dei tanti modi che il nostro corpo ha di inviarci dei segnali e consigliarci – in questo caso – di interrompere la sessione e riposarci.
Anche la noia, intesa come stato emotivo, ha molto a che vedere col sonno: quando non abbiamo più voglia di fare qualcosa, quando cala – in altre parole – l’intensità di stimolo e stupore che ci anima nelle attività quotidiane, spesso perdiamo l’attenzione e subentrano gli sbadigli, la voglia di muoversi, il torpore e infine il sonno.
Stimolarsi continuamente e in maniera costante non è possibile: è fisiologico, infatti, che dopo un certo periodo di tempo trascorso a compiere un’attività, sia essa manuale che intellettuale, ci si senta spossati e desiderosi di interrompere anche solo per mezz’ora.
In questa fase è necessario ascoltare il proprio corpo e non sforzarsi – anche se il dovere chiama – a fare tutto controvoglia. I risultati infatti, sia di apprendimento che di rendimento, saranno inferiori e non ottimali.
Meglio fare una pausa, e ripartire con lena più tardi.
L’iper-stimolazione del sistema visivo: cause e segreti per tornare attenti e vigili
Uno dei motivi per cui vi potrebbe capitare di sentirvi stanchi e affaticati dopo molte ore sui libri o sui faldoni di lavoro è l’iper-stimolazione visiva, estremamente comune ai giorni d’oggi anche per le tante fonti e strumenti digitali che consultiamo e abbiamo sott’occhio in continuazione (Pc, tablet, smartphone).
Quando e se vi accade di sentire gli occhi bruciare per la stanchezza (con anche una sensazione di gonfiore e appesantimento delle palpebre) potete provare a:
Alzare la testa da libri e/o dispositivi e fissare il soffitto per circa 20 secondi prima di riprendere a scrivere e leggere
Regolare bene la posizione di libri e tablet su cui lavorate. Devono essere ad altezza occhi.
Prima di rimettervi a ripetere o a fare calcoli, parlate con una persona e soprattutto guardatela negli occhi per almeno 15 secondi. Vi farà bene e aiuterà la vista e gli occhi.