Ah, viaggiare! Quella bellissima esperienza che negli ultimi anni, a causa dell’emergenza pandemica che ha imposto restrizioni e chiusure, ci ha visti costretti a riporre in soffitta valigie e mappamondo, sta tornando gradualmente a riprendere vigore e importanza nella quotidianità delle persone sia sotto forma di viaggi di lavoro che momenti di svago.
Viaggiare arricchisce la mente e lo spirito: già… ma che effetto fa al corpo, e in particolare al nostro riposo?
Tanti sono gli studi che si sono concentrati sul binomio sonno – viaggio, come quello dei ricercatori della Technical University of Denmark che ha mostrato come più fusi orari si cambiano per raggiungere la destinazione, maggiore è l’impatto sulla perdita di sonno.
Monitorando un discreto numero di passeggeri in un tempo cospicuo di anni, i ricercatori hanno poi cercato di analizzare i dati sulle variazioni del riposo divise per giorni feriali e giorni festivi, collegandoli a chi solitamente dorme più o meno di 6 ore per notte.
Spesso, proprio le persone che in genere dormono meno di 6 ore nei giorni feriali a casa, vanno a letto prima nelle notti feriali quando viaggiano. Invece, coloro che dormono 7.5 ore o meno a casa vanno a letto prima nelle notti di viaggio del fine settimana. I partecipanti alla ricerca, si è inoltre visto, tendono a svegliarsi più tardi nei giorni feriali ma prima nei fine settimana.
Se non avete mai sentito parlare del cosiddetto fenomeno del Jet Lag sociale, allora, qui è il caso di accennarlo. Si tratta della differenza di tempo riposato durante la settimana lavorativa rispetto al weekend. In molti, infatti, sia per esigenze professionali che per una (cattiva) abitudine, tendono a ridurre le ore di sonno nei giorni feriali, addormentandosi più tardi la sera, pensando di recuperare tutte le energie durante il weekend con lunghe dormite mattutine o riposini pomeridiani di qualche ora.
Mai niente fu più sbagliato: il ritmo circadiano infatti non è una “molla” che si allunga e si restringe a nostro piacimento ma un preciso orologio biologico interno, basato sul sistema luci – ombre, che davvero regola alcuni processi fisiologici – come il sonno – in maniera costante e rigorosa.
Bisogna cercare di darsi una routine, degli orari, e rispettarli il più fedelmente possibile.
Quando si viaggia, ovviamente, questo non è possibile: ci sono le coincidenze di voli e treni, i fusi orari, gli impegni di lavoro se si tratta di un business trip, o le tante cose da fare o visitare durante il vostro soggiorno di piacere all’estero.
Se la prima o le prime due notti fuori sono spesso un incubo per la difficoltà di prendere sonno e recuperare, dal terzo giorno in poi tutto sembra migliorare e il corpo riprende con grande intelligenza ad abituarsi anche se “lontano da casa”.
Quello che è necessario fare, allora, soprattutto per chi si trova a viaggiare molto all’estero è mantenere una corretta igiene del sonno, accertarsi di riposare sempre – in hotel o appartamenti – su materassi e cuscini di buona qualità, facilitare l’addormentamento con tecniche di rilassamento e allontanare fonti di inquinamento acustico e visivo dalla propria camera da letto.
Per il resto…Buon viaggio!