Sul rapporto fra videogames e sonno, negli ultimi anni sono state fatte numerose ricerche, interviste e sondaggi.
Alcuni più formali e standardizzati, altri più a fini commerciali o di mera curiosità informativa, sta di fatto che delle correlazioni fra riposo e videogiochi ci sono, non fosse altro perché un vero gamer può arrivare a trascorrere tante ore – di giorno e di notte – davanti allo schermo.
È una cosa che fa male o i videogiochi hanno anche un brightside? Ci sono delle indicazioni precise da seguire o dei consigli su come e per quanto giocare?
Scopriamolo insieme in questo articolo dedicato alla passione per i videogiochi.
“Se il tempo fosse un gambero…”
Stando a molti sondaggi e interviste realizzate sia su adolescenti/pre-adolescenti che persone adulte è risultato che proprio questi ultimi affermano che se potessero tornare indietro, passerebbero forse meno ore a giocare al computer perché diminuendo la quantità di tempo trascorsa con gli occhi – e la mente – impegnata a seguire l’ennesima partita, ne gioverebbero in termini di guadagno e di qualità del sonno.
Possiamo quindi dire che sono principalmente i più giovani a giocare ai videogiochi?
Beh, senz’altro pre-adolescenti e adolescenti sono le due fasce di età più coinvolte e interessate a questo tipo di intrattenimento, la cui industria – seppur con un sensibile calo nell’ultimo anno – trascina ancora le vendite sul mercato con numeri da capogiro.
Possiamo, invece, affermare che giocare ai videogiochi sia per forza nocivo e controproducente?
No, non si deve essere così perentori perché, se usati in maniera funzionale e con criterio, molti giochi, specialmente quelli di ruolo o di intelligenza, possono avere effetti positivi sulla crescita delle funzioni intellettive e sulla velocità di collegamenti, pensieri, dinamismo, per chi ne fa (buon) uso.
Videogiochi e orari: attenzione!
Forse la parte più scivolosa della passione per i videogiochi sta nel tempo di utilizzo: quando si fa qualcosa che ci piace e ci appaga, dopotutto, le lancette scorrono sempre velocemente.
Ma giocare fino a tarda notte, tenere gli occhi fissi su uno schermo senza controllo, può danneggiare l’attenzione, rendere alla lunga meno lucidi e più agitati, far perdere il sonno e dimenticare quando è ora di staccare e andare a letto.
Ci sono giocatori accaniti che sovente hanno scambiato – anche per lunghi periodi – la notte con il giorno; ci sono persone che hanno sviluppato disturbi del riposo, pagandone le conseguenze nell’età adulta. Non si deve sottovalutare l’importanza di darsi delle regole: giocare va bene, ma con dei limiti e dei tempi pre-stabiliti.
Sono soprattutto le ore serali quelle da monitorare con più criterio: è facile altrimenti che un adolescente perda il controllo e chiuda gli occhi a tarda notte. Il rendimento scolastico del giorno dopo, allora, potrebbe risultarne compromesso, così come la reattività e la soglia dell’attenzione.
Anche da un punto di vista di inquinamento acustico e visivo, bisogna considerare quante ore si passano con gli occhi “incollati” allo schermo: troppi rumori, luci e lucine colorate, possono compromettere il benessere del riposo.
È bene staccare i supporti elettronici almeno un’ora prima di prendere sonno, e sostituirli con qualche visualizzazione ad occhi chiusi o con l’ascolto di una decina di minuti di rumori bianchi o rosa per conciliare il riposo.
Insomma, nessuno dice di vietare o proibire i videogiochi: ma specialmente per i più giovani, cerchiamo di seguire alcune semplici regole per un maggior controllo sui tempi di utilizzo.