Gli sleep tracker, dispositivi che servono a monitorare la qualità del nostro sonno, sono degli strumenti elettronici collegati a specifiche applicazioni da scaricare su pc o smartphone.
Ne esistono di diverse tipologie, forme e prezzo, e fra queste la più in voga è senz’altro quella del braccialetto da polso (ma vi sono anche degli apparecchi che da inserire direttamente nel materasso).
Sleep tracker: perché provarli?
Avere consapevolezza del proprio riposo, ovvero non soltanto di quanto tempo si dorme ma anche di come lo si fa – se ci si muove, a che ora si tende ad agitarsi di più – è fondamentale per capire meglio il nostro corpo e le sue piccole rivoluzioni notturne.
Osservando, e monitorando attentamente, i dati che uno sleep tracker fornisce, si possono comprendere meglio alcuni meccanismi, e dunque trovare più facilmente la maniera per porvi rimedio.
Questi strumenti, considerati non infallibili ma con un discreto margine di attendibilità, sono particolarmente interessanti sulle fasi di sonno leggero, sonno profondo e sonno REM: ognuna di queste fasi è caratterizzata da delle proprie specificità come la frequenza cardiaca o la tendenza a muoversi e gli sleep tracker servono proprio a monitorare ed elaborare questi dati.
Sleep Tracker: quando utilizzarli
Tutti coloro che sono affetti da leggeri disturbi del sonno, che hanno un riposo nervoso, “a scatti”, che non dormono abbastanza pur non soffrendo di patologie cliniche importanti, potrebbero giovare degli sleep tracker servendosene come ausili per individuare più velocemente la soluzione efficace per un ritrovato benessere.
Gli sleep tracker, infatti, non sono essi stessi una medicina o una cura: sono dei rilevatori che, casomai, possono facilitare il percorso di guarigione e che monitorano movimenti e dati utili a capire meglio il quadro clinico del proprio riposo.
L’attendibilità degli sleep tracker non è totale: ci sono molte componenti del sonno che essi non riescono a prendere in considerazione per l’analisi. Chi è affetto da vere e proprie patologie o non riesce a risolvere il problema in nessun modo, deve necessariamente rivolgersi al proprio medico o ad uno specialista del riposo.
Sleep tracker: e se il cattivo riposo dipendesse da…
Gli sleep tracker, la maggior parte dei quali si basa sui dati forniti da un accelerometro, ovvero un sensore che misura i movimenti del corpo sia nello stato di veglia che nello stato dormiente, sono particolarmente utili per tenere sott’occhio la situazione della fase REM.
Saperne di più su questa fase, in cui si sviluppano processi e dinamiche cerebrali fondamentali e delicatissime, è di vitale importanza per chi soffre di disturbi legati al cattivo riposo: si potrà infatti pensare di spostare gli orari della propria routine, andando a letto prima o leggermente più tardi (in base a ciò che i dati elaboreranno nei singoli casi), si potrà valutare di cambiare le proprie abitudini serali in quanto a cibi o bevande che facilitano/ostacolano il riposo. Si potrà dunque arrivare a fare qualcosa di più anche per lo stato di salute complessivo giacché un riposo più consono e benefico porta giovamento anche agli organi interni, ai muscoli, alle ossa, alla pelle.