Un importante studio condotto sui topi dai ricercatori dell’Università della California e pubblicato su Science ha evidenziato come i movimenti oculari, nel sonno, seguano ciò che sta accadendo nel sogno.
Si tratta di un’analisi molto complessa, sulla quale dovranno naturalmente essere fatte ancora successive valutazioni, ma che dà l’avvio ad una serie cruciale di riflessioni.
Che gli uomini – e anche i topi – abbiano una produzione onirica molto copiosa non è certo un segreto. Che questa produzione si concentri soprattutto nella fase di sonno REM (acronimo proprio di rapid eyes movement) lo stesso.
Ma adesso, anche grazie agli studi che vedono Massimo Scanziani come autore senior, si può fare un ulteriore upgrade: il movimento degli occhi, mentre sogniamo, non è casuale, ma segue proprio la “trama” di quello che stiamo vivendo o vedendo nella dimensione onirica.
Fase di sonno REM
La fase REM è la quarta, ed ultima, fra i diversi stadi del sonno che il nostro organismo registra una volta addormentati.
Ad una prima fase di sonno leggero, N1, caratterizzata da un lento intorpidimento muscolare ma anche da un’elevata sensibilità a suoni e agenti esterni, ne segue una seconda, N2, con una durata variabile fra i 10 e i 30 minuti, che rappresenta la vera e propria “entrata” nelle porte del riposo.
La terza fase, invece, è quella del sonno profondo, la stessa in cui il flusso sanguigno raggiunge i muscoli, rigenerandoli delle energie necessarie, ed è difficile essere svegliati.
La terza fase, considerando che i cicli del sonno si alternano durante l’arco della notte per 4-6 volte, è seguita proprio dallo stadio N4, fase REM, quella dei sogni, dove la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna aumentano progressivamente.
Perché è importante la fase REM
Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato, nel tempo, la correlazione fra stato della memoria e sonno: aumentando la sintesi proteica, nella fase REM si aiuta il nostro cervello a sedimentare i ricordi e dunque a sviluppare quelle capacità cognitive utili all’apprendimento e alla memoria.
È fondamentale, per queste ragioni, cercare di non interrompere o “sfalsare” i cicli del sonno notturno e soprattutto di mantenere un corretto equilibrio fra fase N3 e N4, in modo da permettere al nostro cervello di “funzionare” meglio.
Dai topi agli uomini: i nostri occhi inseguono… il sogno
“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, diceva William Shakespeare, e forse è proprio così. Di sicuro, quello che sappiamo oggi, grazie anche allo studio pubblicato sulla rivista Science e compiuto attraverso piccole sonde impiantate nel cervello delle cavie, è che mentre sogniamo continuiamo a seguire con lo sguardo i nostri desideri, o qualsiasi cosa stia accadendo nella dimensione onirica.
Come a dire che il nostro cervello non si ferma mai, la sua attività è sempre vigile, e anche se dobbiamo conoscere ancora molti passaggi e processi che accadono mentre riposiamo, le notizie e gli studi che arrivano ci danno nuovi stimoli per addentrarsi sempre di più nel perfetto e complesso meccanismo della mente.