Chi non dorme va piano ma non va lontano: sonno e andatura

Se pensiamo che camminare, come azione automatica e naturale, sia una pratica che non risente delle condizioni esterne, del nostro stato di salute per esempio, o dei riflessi, in realtà ci sbagliamo di grosso.
Sull’andatura infatti, scartando ovviamente problematiche fisiche che impediscono il corretto movimento degli arti inferiori, si riflettono numerose condizioni, come l’umore o la stanchezza.
Interessante, da questo punto di vista, è lo studio portato avanti dal Massachusetts Institute of Technology (il MIT) e dell’Università di San Paolo in Brasile su un numero di test sottoposti a privazione del sonno e successive prove di andature sul tapis roulant.

I risultati dello studio

Ebbene, le persone che durante il tempo di ricerca avevano dormito meno provavano più difficoltà a tenere il ritmo o scandire i passi. Erano meno coordinati e più affaticati.
Al contrario, chi aveva potuto godere di un tempo di riposo extra sembrava performare in maniera più efficace alle “prove” sottoposte dai ricercatori.
La ricerca in questione voleva mettere in risalto proprio l’influenza delle ore riposate sull’andatura.
I risultati evidenziati sembrano dunque convergere su un dato chiaro: per avere maggiore controllo e tenuta delle nostre gambe, e dei passi, è necessario dormire almeno 7-8 ore per notte.

Come prepararsi alla fase di addormentamento

Prima di coricarsi, la sera, è opportuno assumere delle buone pratiche che rendono più facile l’addormentamento e ci consentono di rilassare corpo e mente preparandosi ad un sonno ristoratore.
Una tisana calda e calmante, per esempio, aiuta a distendere i pensieri e ad allontanare l’ansia delle preoccupazioni quotidiane.
Anche una sessione di yoga, o degli esercizi distensivi per la colonna vertebrale e il collo, sono un valido ausilio per dare il benvenuto alla notte che ci attende.
Approvata, ovviamente, la meditazione, così come la lettura di un buon libro mentre sono caldamente da sconsigliarsi le luci blu di tablet, smartphone, tv e cellulari.
Passare troppo tempo connessi, la sera, è nocivo per la vista, l’umore e la qualità del sonno.

E il materasso?

Lo standard del materasso – e dell’intero sistema letto – su cui ci corichiamo è uno dei nodi cruciali per la salute della nostra schiena, del collo, e per il benessere del riposo.
Un materasso performante deve essere traspirante ed ergonomico, anallergico e antibatterico, con ottime qualità termoregolatrici.
Anche se spesso, quando si parla di materasso, ci si affida alle soluzioni più pratiche, veloci ed economiche, non bisognerebbe mai valutare le esigenze solo nell’immediato ma considerare gli effetti di lungo termine che un buon prodotto può assicurare in termini di resa e durata.
Un materasso ad alto standard di efficienza supporta la curvatura naturale della schiena, non crea fastidiosi avvallamenti, non si usura eccessivamente col tempo, ha buone densità e portanza.
Lasciatevi consigliare da un esperto del settore per essere sicuri di scegliere materiale e caratteristiche appropriate alle vostre esigenze.
Dormire meglio vuol dire riposare davvero, ricaricarsi, e dunque anche pensare meglio, agire meglio e come sottolinea la ricerca di cui abbiamo appena parlato, anche camminare meglio.

zenO il materasso ideale

Il materasso zenO è il risultato di anni di ricerca su ergonomia e materiali innovativi, progettato con l’obiettivo di farti dormire e riposare con il massimo grado di comfort e traspirazione.
Composto da 3 strati di schiume ad alta intensità che riproducono un caratteristico effetto nuvola, il primo stato, il memory traspirante è accogliente per i suoi 4 cm di spessore, mentre il secondo strato in memory ultradenso sostiene la schiena uniformando il peso e mantenendo allineata la colonna vertebrale.

Buone pratiche: ridurre la tecnologia in camera da letto

In questi tempi iper connessi e rapidi avere a portata di mano tablet, pc e smartphone – magari maneggiandoli contemporaneamente – è diventata quasi un’abitudine. Immersi come siamo in relazioni digitali, lavori a distanza, appuntamenti online… la tecnologia sembra essere diventata parte fondamentale della nostra quotidianità.
Esistono, però, dei limiti da settare? La risposta è sì. Necessariamente, infatti, dobbiamo trovare un compromesso fra realtà on e offline, fra esperienze attive, concrete, e tutto ciò che invece afferisce alla sfera digitale.
Specialmente quando parliamo di ore serali, diventa davvero cruciale “silenziare” tutti i dispositivi e approfittare di un tempo che è solo nostro, da dedicare alla cura del proprio benessere psicofisico e al sonno.

Sonno e tecnologia: quali correlazioni?

Per impostare una buona routine del sonno, è necessario darsi dei parametri orari non soltanto relativi a quanto dormire ma anche a che ora spegnere computer, tv o smartphone.
Se lavorate in camera da letto, vi consigliamo di smettere. Addormentarsi col pc acceso o dedicare molto tempo, prima di coricarsi, a fissare uno schermo per mandare email, fare videoconferenze o leggere notizie, non è un valido aiuto per il riposo.
Prima di arrivare ad approfondire quali sono i suggerimenti più utili per una corretta schedule del sonno, è importante ricordare quanto sia basilare e terapeutico impostare un’agenda giornaliera di tempi ON e OFF line.
Non tutta la nostra giornata, infatti, può destreggiarsi fluidamente fra le due dimensioni. Occorre concentrare gli impegni “digitali” in un apposito spazio così da ritagliarsi altro tempo per tutte quelle attività che possono e devono essere curate LIVE.
Parlare con un amico, preparare la cena, gustarsela serenamente con la calma necessaria: questi sono solo alcuni degli esempi di tutta una serie di azioni e pratiche quotidiane che vanno portate avanti con concentrazione e radicamento. Non si deve cucinare scrollando la pagina dei social network.

Detox digitale notturna: come fare

Se vi sembra di non poter rinunciare al tenere i vostri dispositivi sempre a portata di mano sul comodino, tranquilli, le soluzioni per disintossicarsi esistono.
Anzitutto proteggetevi, magari con occhiali appositi, dalle luci blu dello schermo, abbassando la luminosità di esse.
Silenziate le notifiche e, ancora meglio, usate la modalità aereo dalla fase di addormentamento fino al risveglio.
Per chi è abituato ad addormentarsi con la musica, scegliete dispositivi come macchine o lettori di rumore bianco anziché riprodurre la vostra playlist preferita direttamente dal cellulare.
Cercate di allontanare il più possibile qualsiasi dispositivo digitale dal letto e dalla vostra vista, impostate le limitazioni di utilizzo per le varie applicazioni – soprattutto i social media – e provate ad eseguire delle tecniche di rilassamento prima di addormentarvi.
Costruitevi una routine personalizzata che tenga conto degli impegni digitali che avete (una call di lavoro o un progetto da chiudere) e di quel tempo che spesso, invece, trascorrete online solo per “abitudine”.
È proprio quello il margine di tempo su cui lavorare: tenete sotto mano un libro, uscite per una passeggiata, dedicatevi al vostro corpo con esercizi di stretching o di respirazione.
Vi renderete conto di quanta energia in più guadagnerete a fine giornata e di come, gradualmente, il tempo sembrerà tornare tutto, sempre, in vostro possesso.