Dormire? È il cervello che ce lo chiede

Dormire un numero di ore sufficiente, ogni notte, è da sempre considerato un ingrediente fondamentale nella ricetta del benessere fisico e mentale individuale.
Le classiche otto ore di sonno, insomma, sono entrate comunemente nel vocabolario di saperi e certezze su cui ci basiamo per costruire le nostre esperienze quotidiane.
Sono davvero otto le ore necessarie? Ne potrebbero bastare sei, sette? E se invece qualcuno ne ha bisogno di una in più?
Tanti gli interrogativi, i casi singoli, le differenze. Ma non è su questo che vogliamo focalizzarci con questo articolo quanto sulla necessità, il bisogno, che il nostro cervello ha di dormire.

Le ricerche scientifiche

Un interessante e approfondito studio firmato da Zhiqiang Wang e alcuni colleghi dell’Università di Tsukuba, in Giappone apparso sulle pagine della rivista Nature ha indagato il processo di omeostasi sinaptica ovvero il bisogno del cervello di avare un tempo off-line per controbilanciare l’attività delle sinapsi durante la veglia.
Il meccanismo sonno – veglia è regolato da un numero molto alto di proteine sinpatiche: il ruolo della fosforillazione, ovvero ciò che accade quando un gruppo fosfato si unisce a queste proteine nel cervello, si è rivelato fondamentale per arrivare ad osservare come maggiore è il riposo guadagnato e minore è il livello di fosforilazione di quelle proteine, mentre in uno stato di veglia e iperattività si tende, in parallelo, ad un aumento del livello di fosforilazione con conseguente bisogno di sonno.
La ricerca è stata condotta su due ceppi di topi con diverse caratteristiche: da una parte animali in stato di prolungata assenza di sonno e dall’altra mutanti definiti Sleepy, cioè che necessitano di un numero di ore di riposo superiore alla norma.

Omeostasi sinaptica

Ebbene, lo studio compiuto può dirsi un notevole passo in avanti nella comprensione del complesso meccanismo di regolazione sonno-veglia e potrà essere d’aiuto per futuro ricerche e traguardi anche nei confronti di disturbi e patologie che afferiscono al riposo.
Comprendere l’omeostasi sinaptica, ovvero capire come funzionano le sinapsi nel cervello, come si strutturano e si organizzano nella loro attività in base alle interazioni del cervello con l’ambiente circostante è un passo fondamentale per arrivare a nuove consapevolezze anche sull’apprendimento o l’acquisizione di concetti.
La ricerca giapponese spiegherebbe scientificamente come mai, di fatto, dopo un sonno ristoratore e pacificante siamo in grado di rispondere meglio agli stimoli, abbiamo più concentrazione, siamo più propositivi, energici, e persino di buon umore.
Al contrario, in assenza di sonno, la memoria scarseggia, l’irritabilità aumenta e le capacità di reazione cerebrali sono indebolite. Questo accade perché nella veglia le sinapsi, dei collegamenti che mettono in comunicazione fra loro i neuroni, sono iper-attivate.
Il ruolo della fosforilazione, in questo senso, è un punto cruciale del processo e lo studio a firma di Wang ne vuol dare conferma.

Da sempre, insomma, ci viene detto che dormire in quantità di tempo sufficiente fa bene, e forse adesso siamo sempre più vicini a capirne scientificamente il perché: il nostro corpo, dopotutto, è un ingranaggio delicato e perfetto.
Garantirgli, anche attraverso un riposo corretto e quantitativamente utile, uno stato di salute efficiente è doveroso.

Paralisi del sonno: cos’è, chi colpisce e come porvi rimedio

Molti sono i disturbi legati al sonno possono compromettere non soltanto la qualità del riposo, ma anche quella del normale svolgimento delle attività quotidiane.
Fra tutti, la paralisi del sonno, o paralisi ipnagogica, è sicuramente uno dei disagi più fastidiosi poiché impatta fortemente anche sulla sfera relazionale ed emotiva dell’individuo, condizionando delicati momenti della giornata come l’addormentamento e il risveglio.
Chi soffre di questo disturbo – si calcola fra i 5 e i 7 milioni di persone in tutto il mondo – rivela uno stato di benessere psico-fisico, cioè una qualità della vita, nettamente inferiore alla media.
Riposare in maniera regolare, infatti, non è soltanto una buona pratica, o un’abitudine, ma una delle regole fondamentali per permettere al corpo, alle cellule, agli organi e ai muscoli, di funzionare correttamente.
La paralisi del sonno colpisce maggiormente gli adolescenti e gli adulti fino ai 45 anni: è sovente legata a narcolessia e si raccomanda di non sottovalutarne gli effetti che, con un range di gravità variabile da caso a caso, debbono essere comunque monitorati da un medico specialista.

Quali sono i sintomi più frequenti delle paralisi di sonno

La paralisi del sonno si manifesta attraverso una sintomatologia piuttosto chiara e riconoscibile ovvero un irrigidimento dei muscoli e una difficoltà/ impossibilità di parola.
Il corpo, dunque, sembra non reagire agli stimoli che riceve e cade in un vero e proprio stato di paralisi, generalmente della durata di pochi minuti, che soprattutto nei soggetti ansiosi o tesi causa affanno e malessere prolungato, impedendo una tranquilla gestione del consueto ritmo “veglia/ riposo”.

Quando si sviluppano gli episodi di paralisi del sonno

La paralisi del sonno si manifesta principalmente in due distinti momenti del riposo: la fase di addormentamento e quella del risveglio. Essa, infatti, può influire sull’inizio anticipato della fase REM* o ne può pregiudicare il suo prolungamento.
Anche se in buona percentuale si tratta di episodi sporadici, sovente legati a momenti di particolare tensione e stress psico-fisico, non è raro che le crisi di paralisi si prolunghino per svariati mesi, talvolta anche anni, andando a minare la sicurezza di un riposo sereno, facendo diventare le ore serali e notturne un vero e proprio incubo ad occhi aperti.

Le fasi del sonno

Prima di consigliarvi alcuni utili rimedi per arginare la spiacevole questione della paralisi del sonno, è opportuno dire due parole riguardo al sonno e alle sue fasi.
Per un riposo corretto, che vi faccia risvegliare lucidi e sereni ogni mattina, è opportuno che l’avvicendarsi delle due fasi principali del sonno, fase REM e fase NON-REM si alternino fluidamente.
Le due fasi si susseguono l’un l’altra per circa 4 o 5 cicli.

Nello specifico
La Fase REM, acronimo da Rapid Eye Movement (rapido movimento oculare) è quella in cui aumenta il battito cardiaco, così come la frequenza respiratoria, e i muscoli, indotti in uno stato di rilassamento, si allentano e ci permettono, per così dire, di perdere il controllo. La fase REM è anche, per l’appunto, quella dove ci è possibile sognare.
La fase NON-REM, o sonno ortodosso, è contraddistinta da 4 livelli, ovvero stadi che progressivamente, dal primo – che è quello dell’addormentamento – passa al sonno leggero, poi al profondo e infine al quarto, l’ultimo, ancora più profondo dove le cellule e gli ormoni del nostro corpo si rigenerano e permettono all’organismo di rilassarsi.

Cause della paralisi del sonno

Le cause che determinano episodi di paralisi del sonno non sono facili da rivelare e e variano da soggetto a soggetto.
Sicuramente, però, si può dire che uno stile di vita sano, delle abitudini alimentari corrette, la capacità di dire NO a tabacco e caffeina – specialmente in orari notturni – aiutano a non far insorgere strane anomalie del riposo, quali appunto le paralisi ipnagogiche.
Ci sono, comunque, possibili correlazioni fra la paralisi del sonno e i disturbi e irregolarità del sonno di vario tipo. Chi svolge lavori particolarmente onerosi dal punto di vista di ritmo e orari, chi assume comportamenti sregolati, non dando modo all’organismo di stabilire un proprio tempo interno: questi soggetti sono considerati sicuramente più a rischio di sviluppo di paralisi ipnagociche.
Altri cause possono essere la narcolessia (esiste infatti una correlazione fra la patologie narcolettiche e le paralisi del sonno), lo stress emotivo e fisico momentaneo e anche la storia familiare. La ricerca clinico-scientifica sta infatti lavorando anche sul fronte di indagare possibili correlazioni fra ereditarietà e paralisi del sonno.

Possibili rimedi per gli episodi di paralisi del sonno

Per fortuna, se molte sono le cause che possono indurre episodi di paralisi ipnagogica, altrettante sono le soluzioni e i rimedi con cui si può far fronte a questo spiacevole disturbo, permettendo alle nostre notti di tornare ad essere un momento di pace e rilassamento. Vediamone insieme alcuni:

  • Posizioni del sonno. Capire bene qual è quella che favorisce maggiormente il rilassamento muscolare è fondamentale per ottenere un riposo più sereno, duraturo, e rilassato.
    Consigli utili: evitare di dormire supini. Assolutamente consigliata, invece, la posizione sul fianco.
  • Stile di vita
    Le buone pratiche e le abitudini di una vita sana aiutano l’organismo, nelle ore del riposo, a rilassarsi e lasciarsi andare ad un sonno morbido, poco agitato.
    Consigli utili: cercate di dormire fra le 6 e le 8h a notte. Preparate la stanza prima di coricarvi, spegnendo dispositivi elettronici e impianti luminosi fatali per il benessere degli occhi e della concentrazione.
  • Tecniche di rilassamento: durante un episodio di paralisi ipnagogica, ma anche nella fase preparatoria al riposo, è cruciale cercare di gestire l’ansia che ne consegue praticando esercizi e tecniche di rilassamento che aiutino i muscoli a sciogliersi e la parola a tornare “viva” in pochissimi minuti.
    Le pratiche di rilassamento possono essere svolte individualmente, al presentarsi di un attacco di intensità variabile e possono diventare normale prassi quotidiana anche laddove il problema delle paralisi non persista più.
    Consigli utili: Concentrarsi sulla respirazione profonda. Concentrarsi con attenzione sui movimenti del corpo, specialmente degli arti. Concentrarsi sul movimento degli occhi. Svolgere una breve meditazione rilassante prima non appena si ristabiliscano le normali condizioni corporee.

L’ultima parola… al Materasso

Un riposo confortevole e prolungato dipende da diversi fattori, in primis il materasso scelto. Dormire su una superficie troppo rigida, o troppo morbida, può favorire movimenti e posizioni scorrette, causando numerosi fastidi al nostro sonno.
Tutti coloro che soffrono di attacchi di paralisi ipnagocica, per esempio, dovrebbero prestare la massima attenzione al materasso su cui riposano: è necessario che il sistema muscolare possa rilassarsi completamente, scongiurando tensioni e blocchi ulteriori.
Modellandosi in base al peso e alla curvatura naturale della schiena, mantenendo le giuste proprietà in fatto di calore e di resistenza, il materasso può essere un alleato formidabile, uno strumento che aiuta a lenire il disagio provocato dagli episodi più acuti di paralisi.

zenO: il materasso che fa al caso vostro

zenO è stato studiato seguendo l’ergonomia del corpo, in modo da dare maggiore sostegno alla colonna vertebrale: si tratta di un materasso altamente “tecnologico”, frutto di un lungo lavoro di ricerca e analisi multifattoriale. Il memory ad alta densità con cui viene costruito diminuisce i microrisvegli garantendo comunque alta traspirabilità e il giusto equilibrio tra umidità e calore.
Si tratta, inoltre, di un materasso sottovuoto quindi estremamente pratico da trasportare e molto igienico. La vera forza di zenO sta soprattutto nella stratificazione del materasso: riuscendo a garantire il passaggio dell’aria, con una forza ultratraspirante eccellente, riduce i punti di pressione sulla colonna vertebrale e grazie al sostegno in acty foam di 15cm che assicura comfort traspirazione. zenO è il compagno ideale della vostra colonna vertebrale, soprattutto per coloro che soffrono di scoliosi o che hanno necessità di correggere posture sbagliate.
Se soffrite di attacchi di paralisi ipnagogica, dunque, zenO può rappresentare uno dei migliori alleati per le vostre notti.

Si avvicina il Natale: occhio al cibo (per dormire meglio)

Durante le feste natalizie, è cosa nota, non si sta troppo attenti alla linea e ci si lascia andare ai peccati di gola: la tavola è sempre imbandita con prodotti gustosi, cibi saporiti, ogni occasione è quella giusta per fare una brindisi coi propri parenti, o con gli amici. Le feste di natale portano con sé l’allegria di un anno che se ne va e le speranze e i desideri di un nuovo inizio.
Se trattenersi dalle gioie di un lauto pasto sembra davvero impossibile, bisogna però ricordarsi di prestare attenzione alla quantità – e anche alla qualità – del cibo che scegliamo, anche per quanto riguarda il sonno.

Zuccheri e alcolici nemici di una notte serena

Lungi da noi proibirvi di assaggiare un morso del tanto amato panettone, o una fetta di torta preparata in casa da chi vi conosce e vi ama: stare insieme, e saper gustare i piaceri della vita, è un antidoto alla tristezza e all’invecchiamento, nonché un potente collante sociale.
Quel che possiamo dire, però, è che un consumo eccessivo di zuccheri è altamente nocivo per il vostro riposo: anche bere troppo alcool, soprattutto durante le ore serali, può portare il vostro organismo a mettere in atto una serie di processi che disturbano il sonno, costringendovi a nottate in veglia camminando su e giù per il salotto in attesa di digerire la cena o con fastidioso bruciore di stomaco.
Ogni cosa, insomma, nella giusta quantità: specialmente se soffrite di ansia, tachicardia, avete problemi di colesterolo, diabete, o pressione alta, lasciate da parte i cibi e le bevande eccitanti e puntate su un regime nutrizionale sano e povero di sale.
Non è impossibile non sgarrare, durante le feste: bisogna munirsi di autocontrollo e saper ascoltare il proprio corpo e quando ci chiede di rifiutare.

Via libera ai cibi sani (anche per Natale)

Sapevate che il tacchino, ricco di triptofano, è in grado di favorire il sonno ed è considerato un alimento valido per combattere lo stress?
Beh, non è mai troppo tardi per imparare.
Anche le ciliegie, ricche di melatonine, sono un potente toccasana per chi soffre di insonnia: pur non essendo frutto di stagione, perché non optare per un buon succo da bere magari come spuntino pomeridiano?
E gli spinaci? Come tutte le verdure a foglia verde sono ricchi di folati e dunque hanno un grande potere calmante e rilassante: perché non usarle come contorno per la cena?
Via libera anche all’avena, colazione per eccellenza degli sportivi, grazie alla carica di energia che rilascia gradualmente e anche agli amanti del cioccolato: una porzione di quello fondente, rigorosamente, stimola la produzione di endorfine e vi farà addormentare più contenti.
E per finire, cosa c’è di meglio che una tazza di tè verde, ricco di antiossidanti? Mentre sedete sul divano in salotto, conversando con amici e parenti, gustatevi con tranquillità quest’ottima bevanda calda dando così al vostro sistema digestivo, la carezza di fine pasto.
Ed ora… buone feste a tutti voi!

Ergonomico o ortopedico: qualche delucidazione sul materasso

Quando arriva il momento di cambiare il vecchio materasso, o di doverne comprare uno ex-novo, sappiamo che la posta in gioco è davvero alta: ne va della salute della vostra schiena, di quella dei vostri genitori o figli, e della qualità del sonno, che è senz’altro un indicatore da tenere sotto controllo se parliamo di benessere psico-fisico, umore, rendimento.

Dal materasso, insomma, dipendono ben più che le consuete otto ore di riposo consigliato per la notte, ma anche la dinamicità del risveglio, la serenità della giornata successiva, il recupero delle energie perse durante il giorno ed in generale il benessere.

Quando cambiare il materasso ortopedico?

Sarebbe consigliato, in particolar modo se sono passati molti anni, controllare lo stato del materasso, importante che sia ancora in grado di supportare il nostro peso, anche nella posizione in cui maggiormente ci addormentiamo, cercare di notare che non vi siano avvallamenti o cedimenti, della struttura.

Rischiare di svegliarsi spesso durante la notte è fastidioso e deleterio per il recupero fisico ed energetico, le cause solitamente si riscontrano in:

  • un eccessivo calore con conseguenti micro-risvegli o fatica ad addormentarsi
  • indolenzimenti nei nostri maggiori punti di pressione, ovvero fianchi e bacino
  • dolori articolari o alla schiena, questo a causa di troppa rigidità o troppa morbidezza del materasso

 

  • Zeno Materasso - Dolori articolari causati da materasso ortopedico

Perchè materasso ortopedico?

Il termine ortopedico nel materasso è stato dato in modo improprio, spesso utilizzato per definire un materasso duro/rigido.

Quello che fino a qualche anno fa era considerato il primo rimedio per correggere debolezze, problematiche posturali come la scoliosi, dolori lombari o generalmente alla schiena – il materasso ortopedico – è uno strumento che fa della rigidità, ovvero della convinzione che il materasso debba essere prima di tutto un sostegno per le problematiche di schiena e collo, il suo punto di forza principale.

I materassi ortopedici “vecchio stile”, tuttavia, oggi sono stati ampiamente “corretti” con versioni dinamiche, ipertecnologiche, che guardano all’ergonomia del corpo ed anche, per dirne un’altra, ai parametri di traspirabilità, giacché un buon supporto per il vostro letto deve prendere in carico numerose variabili, oltre a quella della rigidità.

Il materasso ergonomico: caratteristiche

Ed è così che, grazie a studi e ricerche approfondite, siamo approdati all’idea di materasso ergonomico, ovvero di un ausilio anatomico che segue le forme e l’andamento del vostro corpo: riduce la pressione nei maggiori punti del corpo coinvolti, migliorando la circolazione del sangue, riducendo di conseguenza risvegli notturni e permettendo di svegliarsi senza avere le fastidiose gambe gonfie e stanche.

La rigidità è studiata per essere il più ottimale possibile ma soprattutto per avere la massima capacità di adattamento; sostiene la colonna vertebrale indipendentemente dalle posizioni assunte durante il sonno, che si dorma di fianco, di pancia o supino, riduce i punti di pressione sul corpo, in particolare su fianchi e bacino ed è pensato anche per coloro che soffrono di allergie e asma, dal momento che il suo tasso anallergico è molto basso o nullo.
Insomma, un vero e proprio materasso a 360°.

Meglio un materasso ortopedico o ergonomico? ( il dilemma della scelta)

Ergonomico e ortopedico, come si evince leggendo sopra, non sono più due facce opposte della medaglia.

Un materasso ergonomico è, per sua natura, anche ortopedico. Dunque, se il vostro focus sono materassi di ultima generazione, supporti certificati e garantiti, progettati proprio per il benessere della vostra schiena e del collo, state pur certi che non vi troverete davanti al dilemma “ortopedico o ergonomico” ma troverete la risposta proprio nell’equilibrio fra questi due termini.

Solitamente i materassi ergonomici possono essere sia in molle indipendenti con zone a portanza differenziata, sia materassi viscoelastici: schiume poliuretaniche o schiume memory, meglio se con densità sopra a 45 kg/m3.

Cerchi un materasso ergonomico? Ecco zenO materasso

Anni di studi per arrivare ad un risultato, il materasso ideale per tutti: zenO è un materasso memory, completamente realizzato in Italia, con lavorazione artigianale.

Il Memory Air ad alta densità diminuisce i microrisvegli garantendo un’altissima traspirabilità (40 volte maggiore rispetto ai normali Memory sul mercato) ed il giusto equilibrio tra umidità e calore: una lastra centrale di circa 4 cm, ad altissima densità (70 kg/m3), si adatta perfettamente al corpo diminuendo i punti di pressione e donando comfort estremo durante la notte.

Questo materasso, anche se è un memory, non affonda, anzi regala una meravigliosa sensazione di galleggiamento data dalla forte spinta ed è l’unico in grado di garantire il mantenimento di queste performance nel tempo.

La schiuma di supporto in Acty Foam (15 cm) è la base del materasso zenO che garantisce sostegno, traspirazione e durabilità, progettata per garantire zone di supporto differenziali e diminuire i punti di pressione di tutte le fisionomie umane, dalle persone più robuste a quelle più magre.

zenO, un materasso formidabile per notti rilassanti e confortevoli.

zeno materasso- miglior materasso in memory

Chi più legge… meglio dorme

Amare il piacere della lettura, quel senso di rilassamento e pace interiore che le pagine di un buon libro, anche solo sfogliandole, ci regalano: e cosa c’è di meglio che coccolarsi, ogni sera, prima di andare a dormire, e concludere le nostre giornate spesso caotiche, piene di impegni, interrompendo il rumore esterno e concedendosi un angolo di quiete tutta per noi ?

Letture serali: via libera ad una notte più calma

Il potere della lettura è così incredibilmente potente che agisce non soltanto sulla nostra mente ma anche sulle tensioni accumulate a livello nervoso e fisico.
Leggere prima di andare a dormire rasserena i pensieri, migliora l’empatia, in qualche modo si direbbe che purifica la mente, sgombrandola dagli affanni e rendendola perfino più attiva.
Leggere infatti è un toccasana per la memoria – studi scientifici hanno evidenziato i benefici della lettura anche in casi di Alzheimer e disturbi della memoria – e farlo la sera, prima di addormentarsi, sembra proprio il gesto più azzeccato per fare un regalo al proprio cervello.

Televisore Off, Pagine aperte On

Se siete amanti della tv, se trascorrete la maggior parte delle vostre serate incollati davanti allo schermo in salotto, o collegati al pc mentre studiate o guardate la vostra serie tv preferita…forse questa notizia non vi piacerà molto.
Stressare oltremodo la vista, e l’udito, prima di coricarsi, scegliere di immergersi in realtà digitali (spesso anche contemporaneamente) non è certo il modo migliore per salutare la giornata appena trascorsa e mettersi a riposare.
L’atto stesso di addormentarsi, infatti, necessita di un momento di stacco, di totale relax, in cui il corpo e la mente possano penetrare a poco a poco nel sonno, come una sorta di anticamera del riposo.
È salutare entrare nella notte con un gesto o una pratica rasserenante, e quale miglior abitudine di un buon libro sul comodino?

I benefici delle nostre storie preferite

Amanti dei thriller, della suspense, o di lunghe storie d’amore, di romanzi di fantascienza, di biografie…non importa quale sia il vostro genere di letteratura più apprezzato, ciò che conta è leggere, continuare a farlo come buona abitudine, la stessa che viene insegnata ai bambini fin dalle scuole elementari. Troppo spesso, infatti, accade che la sera trascuriamo i libri e finiamo per passare il tempo con strumenti meno utili e più dannosi, come tablet o cellulari.
Leggere aiuta a rilassarci, diminuisce quindi i livelli di cortisolo e questo è ottimo per godere di un sonno prolungato e benefico.
Leggere riduce lo stress poiché proietta la mente lontano dalle ansie e dalle preoccupazioni della quotidianità fornendo un antidoto, una barriera, alle situazioni che ci causano disagio, panico, rabbia, malessere.

E un consiglio anche per i più piccini

Se avete bambini piccoli, o se non sapete cosa regalare ai vostri nipoti, non rinunciate ad una bella fiaba per grandi e piccini: si, proprio quelle da farsi leggere prima delle nanne, quelle storie – oggi se ne leggono di sempre più divertenti e geniali – che sanno infondere del bambino calma, senso di accoglienza, di calore e affetto.
Le fiabe sono una possibilità che ogni genitore dovrebbe concedersi la sera, uno spazio privato e intimo fra adulti e piccini, un modo per lasciare concludere ai propri figli una giornata piacevole e tranquilla.

Le campane tibetane: un bagno di relax

Avete mai sentito parlare del potere taumaturgico delle Tibetan bowls, ovvero le campane forgiate con una lega di sette diversi metalli – oro, argento, mercurio, rame, ferro, stagno e piombo – che affondano le proprie origini nell’antica tradizione terapeutica tibetana e il cui uso si è diffuso enormemente in tutto l’occidente tanto da essere diventate una parte quasi irrinunciabile di un buon massaggio rigenerante?
Beh…se volete saperne di più, questo articolo fa proprio al caso vostro.

un potere ristoratore notevole per la mente e il corpo

Le campane tibetane esistono in varie dimensioni e di differenti spessori: sono statiche e vengono “suonate” grazie ad un legno che di forma cilindrica. Si possono poggiare a terra o sul palmo della mano: grazie ai differenti metalli di cui sono composte – tutti e sette connessi ai pianeti e dunque, secondo l’antica medicina tibetana, in grado di fare da tramite fra l’uomo sulla terra e le stelle – il suono emesso dalle campane avrebbe un potere ristoratore notevole per la mente e il corpo.

E in effetti le proprietà benefiche legate al suono delle campane tibetane sembra innegabile: la ragione è collegata al massaggio vibrazionale, ovvero a quell’effetto di risveglio e vibrazione che – risuonando – le campane sono in grado di stimolare nel nostro organismo, a tutto tondo, andando ad agire sui chakra, sulle contrazioni muscolari, lavorando anche con le nostre tensioni, sulla psiche, e rilassando profondamente il nostro stato d’animo.
Sciogliere i nodi provocati da stress e disordine, riposare meglio, superare un attacco di panico, insomma…le criticità che il massaggio sonoro può aiutare a superare sono davvero molte.
In particolare gli effetti benefici sul sonno sono davvero notevoli: concedersi il piacere – una piccola routine di benessere personale quotidiana – di un massaggio sonoro prima di andare a dormire è in grado di ristabilire la pace interiore permettendo di accedere con grazia e tranquillità nella notte.

Potete dunque scegliere – anche a seconda delle dimensioni delle campane che possedete – quale sia il modo migliore per farle suonare: c’è anche chi le riempie di acqua per poi ascoltare il rumore prodotto da questa ulteriore condizione. Non ci sono limiti, se non la facoltà di scegliere il vostro metodo, il vostro ritmo e lasciarvi cullare dall’armonia che esse producono.
È proprio sull’effetto armonico, difatti, che si basa il potere terapeutico del massaggio sonoro e vibrazionale: per risolvere le tensioni latenti, non soltanto quelle fisiche ma anche e soprattutto quelle emotive, gli stati interiori che ci causano insoddisfazione, noia, depressione, paura, rabbia, è utile accordare il respiro su un’armonia e seguire il flusso delle vibrazioni, lasciar andare…sciogliere.
Il potere calmante e rasserenante delle tibetan bowls agisce a più livelli ed è consigliato a tutti: uomini, donne, e anche ai più piccoli.

E se preferite seguire una meditazione sonora, magari attraverso l’aiuto di un conduttore esperto nella pratica, le campane tibetane sono un rito necessario ed estremamente benefico dello stato meditativo: accolgono la paura, e gli stati di disturbo, di distrazione, aiutando l’energia a canalizzarsi su frequenza rilassanti di quiete e sollievo.

Immergetevi dunque nell’oceano di suoni e armonie delle campane tibetane: sarà un bagno stupendo.