Dolori articolari e insonnia: cause e rimedi

I dolori articolari, ovvero quella fastidiosa sensazione di infiammazione localizzata o gonfiore che possono essere causati da traumi articolari, infezioni, tendiniti, borsiti e numerose patologie di natura importante, non di rado si manifestano la notte, rendendo il sonno un miraggio lontano.

Questo stato di infiammazione e possibile rigidità articolare può diventare, per molti, un vero e proprio incubo difficile da sopportare.

Spesso si ricorre all’uso di farmaci antinfiammatori  o integratori alimentari specialmente omega 3 e 6 senza però aver bene chiare le cause del proprio malessere.

È dunque sempre raccomandato svolgere esami approfonditi, parlare con medici e fisioterapisti e non sottovalutare gli stati di infiammazione localizzati specialmente quando ripetuti o costanti.

Dolori articolari: buonanotte… al sonno

I dolori articolari notturni, spesso associati ad artrosi o artrite reumatoide (vere e proprie patologie legati alle articolazioni) hanno un legame abbastanza vincolante col riposo.

La questione non è – banalmente – soltanto che il dolore fa perdere il sonno, ma anche che l’intensità dei dolori stessi e soprattutto le variazioni con cui essi si alternano nei giorni, influiscono sulla quantità e la qualità del riposo notturno.

Per chiudere questa sorta di circolo vizioso va detto che chi riposa meno, e male, è più soggetto a sviluppare fragilità posturali, infiammazioni muscolari e articolari.

Secondo una ricerca condotta da Tim Hutchful della British Chiropratic Association, i dispositivi elettronici facilitano l’insonnia e aumentano così la possibilità di passare notti insonne, la luce emessa dalla tv o dagli smartphone infatti stimolano il cervello, per di più spesso non si fa attenzione alla posizione e postura assunta durante questi momenti di “distrazione notturna“, posizioni che possono aumentare il dolore e tenerle così svegli.

La cosa migliore è allontanare dalla camera da letto i dispositivi elettronici.

Sembra dunque che un cattivo riposo possa agire sui dolori articolari nella stessa misura in cui questi ultimi disturbano una sana ed equilibrata routine notturna.

Uno stile di vita sano: parole chiave

Oltre agli accertamenti di rito, utili ad escludere patologie di natura più importante, e all’utilizzo di farmaci e terapie mediche, bisogna ricordare che la salute si coltiva anche attraverso le abitudini quotidiane e il proprio stile di vita. Specialmente quando parliamo di dolori articolari è necessario prestare la massima attenzione ad alcuni fattori, fra cui:

  • Alimentazione
    Uno stato di sovrappeso, ad esempio, influirebbe molto negativamente sulla salute delle articolazioni e dei tendini, oltre che sul sistema cardiocircolatorio. Mantenere un peso congruo alla propria conformazione fisica e non esagerare con alimenti dannosi per il proprio organismo sono regole imprescindibili se si vuole prendersi cura dello stato di salute delle articolazioni.
  • Fumo e alcool
    Evitare di bere caffè e alcool dopo cena e bandire pasti serali troppo abbondanti, anche il fumo influisce negativamente, per facilitare l’addormentamento, è consigliato invece bere una tisana o latte caldo con miele.
  • Ritmi e orari quotidiani
    Una tabella di abitudini e orari regolari, un ritmo che non assecondi fasi momentanee, cambiamenti bruschi ed eccessive variazioni della propria routine, aiuta a tenersi in forma, specialmente se unito ad un costante esercizio fisico, vero e proprio toccasana per tenere attiva e sana la muscolatura e la circolazione sanguigna.
  • Ridurre lo stress
    Praticare yoga o esercizi di pilates per mal di schiena, con esercizi praticabili in base alla propria patologia, senza mai esagerare,  oppure praticare sessioni di meditazione, aiuta a scaricare lo stress ed aiuta ad aumentare la produzione di melatonina, ovvero l’ormone del sonno. In questo modo si ha maggiori possibilità di addormentarsi e di entrare nello stato di sonno profondo, che, tra i tanti benefici aiuta la rigenerazione muscolare.

Esercizi Pilates Mal di Schiena

Dormire senza dolori: merito del letto

Non dimentichiamo infine che un buon riposo è possibile anche e soprattutto grazie al materasso su cui ci stendiamo ogni sera: scegliere un supporto ergonomico, che sostenga in maniera corretta e bilanciata fianchi e bacino, è un ottimo metodo per controllare il dolore ed evitare di svegliarsi con le gambe stanche, gonfie e doloranti, poichè lo strato di memory ultradenso di cui è composto zenO è un supporto  fondamentale per attutire o prevenire i dolori articolari notturni e non andare in contro a problemi posturali o muscolari che rovinino il sonno, il risveglio e le giornate a venire.

La luna influenza il sonno?

Numerose sono state le ricerche e gli studi che negli anni hanno cercato di trovare una correlazione fra le fasi lunari e l’influenza ad esse attribuita sul ritmo sonno-veglia.

La società in cui oggi viviamo, piena di stimoli e di sempre nuove scoperte tecnologiche avanzate, non può essere nemmeno lontanamente paragonata a quella dei nostri antenati, dalla preistoria in avanti, che scandivano i ritmi quotidiani, così come quelli delle stagioni per le attività di sussistenza, proprio sul sistema luce/ombra – giorno/notte.

Se è vero che oggi si può stare svegli, o dormire, in ogni momento, da una ricerca pubblicata su Science Advances, realizzata attraverso la collaborazione di tre differenti università (l’Università di Washington, l’Università Nazionale di Quilmes, in Argentina e quella di Yale), ed un’altra ricerca pubblicata sul National Library of Medicine si fa strada l’idea che una correlazione fra fasi lunari e sonno esista e sussista ancora oggi.

La ricerca

Gli studi analizzati dalla ricerca si sono basati su un campione eterogeneo di popolazione, abitanti di aree urbane e di aree rurali: in particolare sono stati studiati i comportamenti del sonno di comunità indigene dell’Argentina settentrionale (Formosa) e di persone residenti a Seattle, negli stati Stati Uniti.

L’idea era quella di analizzare, anche attraverso un particolare monitor da polso applicato ai partecipanti, la qualità e la quantità del riposo prendendo in esame l’assenza o presenza di luce artificiale nei due luoghi.

I risultati della ricerca

Una delle conclusioni della ricerca in oggetto è che nei giorni che precedono la luna piena le persone sarebbero più tendenti ad andare a letto più tardi o comunque a diminuire la durata del riposo. Il punto è legato all’aumento della luce naturale: in fase crescente, riflettendo molta più luce solare, la luna è più luminosa, illumina per più a lungo e questo potrebbe influire sui ritmi sonno/veglia degli individui.

Se immaginare questo tipo di oscillazione in luoghi privi di luci artificiali o di inquinamento luminoso era abbastanza prevedibile, il fatto che le stesse siano state riportare anche in contesti urbani industrializzati ha fatto ipotizzare davvero la possibilità di delineare un modello chiaro secondo cui i cicli lunari influenzano il meccanismo sonno-veglia.

La parola ai ricercatori

La correlazione fra luce solare e riposo e dunque la questione del ritmo circadiano è ben più nota rispetto a quella del ciclo circalunare, anche perché quest’ultimo dura quasi un mese e dunque stabilirne effetti e correlazioni ha incontrato vari dubbi e perplessità nel mondo scientifico.

Le ricerche in materia, come si è visto, non stentano a delinearsi.

Sembra oggi sempre più probabile che la luna, coi suoi movimenti, sia in grado di influenzare i comportamenti del riposo. Non a caso molte persone riscontrano cambiamenti, nel proprio sonno, in relazioni alle fasi calanti o crescenti della luna.

Non sono soltanto le attività notturne ad essere toccate dalle fasi della luna: anche l’accumulo di energie, o lo smaltimento dei liquidi in eccesso, sembrano avere delle correlazioni con questi eventi. A significare che il nostro organismo tutto fa parte della Terra e come tale risente dei fenomeni atmosferici a cui essa è legata, dell’influsso dell’energia solare, della luce, e anche, per l’appunto dei movimenti della luna.

Tai chi per riposare meglio

Il Tai Chi Chuan (letteralmente lotta del Grande Termine) è una disciplina che affonda le sue radici nel solco di una tradizione storica millenaria.
Proveniente, come è facile intuire, dal mondo orientale, estremamente collegato alle arti marziali, il Tai Chi vanta una serie innumerevoli di benefici, non soltanto a livello fisico-posturale ma anche di rilassamento interiore, andando a lavorare sull’equilibrio di Yin e Yang.

Chi può praticare Tai Chi

Il Tai Chi è una disciplina consigliabile senza particolari restrizioni in quanto a sesso o età: specialmente negli over 60 si è riscontrato un valido beneficio sulla salute psico-fisica dei praticanti. Allungamento dei tendini e allenamento muscolare, sollievo di dolori articolari e cefalee, miglioramento della qualità del sonno e dell’umore, enormi benefici posturali: il Tai Chi è un’attività perfetta da coltivare durante la senilità.

Ma anche i più giovani possono trarne vantaggio: specialmente chi subisce uno stato di inattività motoria prolungata, derivato dalla sedentarietà delle molte ore passate a studiare o a lavorare seduti alla scrivania, è fortemente incoraggiato a provare questa disciplina soprattutto visti i suoi effetti sulla muscolatura.

Cos’è il Tai Chi

Il Tai Chi è una sorta di meditazione in movimento: unisce dunque sia la parte fisica, con esercizi mirati di allungamento, distensione, potenziamento, che quella energetica, legata al benessere spirituale, alla tranquillità interiore.
Si tratta di una pratica ottimale per chi soffre di artrite reumatoide, per prevenire problemi e affaticamenti cardio-circolatori, ma anche per chi vuole correggere la postura sbagliata o lavorare su stress e ansia.

Il Tai Chi si basa sui due principi-cardine di longevità e salute: prestando estrema attenzione alla respirazione e alla consapevolezza del flusso energetico, a ciò che tratteniamo e a quello che dobbiamo lasciar andare, il Tai Chi è una disciplina completa apprezzata da numerosi star del cinema, preparatori atletici e sportivi, alti dirigenti aziendali.

Tai Chi e sonno

Una ricerca della University of California, condotta su un campione di 120 persone, si è concentrata sui benefici del Tai Chi in fatto di riposo. I partecipanti allo studio sono stati divisi in tre gruppi: per un periodo complessivo di 4 mesi è stato chiesto al primo gruppo di seguire delle sedute di psicoterapia, al secondo delle lezioni di Tai Chi mentre al terzo dei corsi sulla gestione dell’ansia.

Ebbene, gli appartenenti ai primi due gruppi hanno testimoniato una riduzione di stati di infiammazione e insonnia al periodo di analisi.
Si è constatato inoltre, sempre nei membri dei primi due gruppi, l’aumento della produzione di anticorpi durante un anno di tempo.

Una disciplina completa e molto profonda, insomma, quella del Tai Chi, come lo yoga, è una disciplina in grado di influire positivamente sul sonno proprio perché va ad agire sullo stato emotivo, infondendo serenità e consapevolezza.

Praticare Tai Chi prima di coricarsi la sera può diventare un’abitudine corretta per garantire un riposo più duraturo e regolare: abbinare la pratica della disciplina alla lettura di un buon libro o ad una tisana rilassante potrà rappresentare il “segreto” per notti senza affanni o preoccupazioni.

Sonno e stati di rabbia, studi e correlazioni

Come fa la rabbia a diminuire il nostro sonno?

Quante volte vi sarà capitato di dormire poco, o male, e sentirvi più irascibili, aggressivi e poco inclini alla socievolezza il giorno seguente?

È molto probabile, allora, che la poca affabilità abbia a che vedere proprio con la mancanza di sonno: le famose notti in bianco, potrebbero essere la ragione di una successiva giornata nera.

Dopotutto, durante la notte, il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di ristorarsi e di accumulare le energie a disposizione: se, per differenti motivi, interrompiamo questo meccanismo di dispendio/ compensazione, si andrà incontro ad uno squilibrio energetico che potrà influire negativamente sui nostri stati umorali.

Sonno e rabbia: la ricerca americana

Un studio portato avanti da alcuni ricercatori dell’Accademia Americana di Medicina del Sonno e pubblicato sulla rivista Sleep  si è concentrato su due piani differenti: da una parte ha elaborato i dati dei diari di circa 200 studenti universitari sulla qualità del loro sonno e gli stati emotivi di rabbia e stress giornalieri; dall’altra ha analizzato le risposte a irritabilità – provocata da rumori molesti – di un numero assegnato di test, sottoposti a cicli di sonno regolare e poi a sessioni di riposo limitato (meno 5h).

Il risultato di entrambi i fronti della ricerca sembra aver evidenziato alcuni tratti in comune, fra cui – il più importante – la correlazione che potrebbe esserci fra perdita di sonno e minor capacità di sopportazione verso situazioni ansiogene o frustranti.
In altre parole lo studio va a sottolineare come la mancanza di sonno possa renderci più fragili e vulnerabili nel tollerare stati di insoddisfazione e fastidio: il riposo dunque sembra essere un regolatore naturale di tranquillità ed avere la possibilità di bilanciare serenamente quantità e qualità del proprio sonno notturno rappresenta uno dei “segreti” per il benessere psico-fisico.

Come aiutarsi a riposare meglio

Per chi soffre di disturbi del sonno e addormentamento affaticato, sicuramente ci sono dei rimedi che possono aiutare ad alleviare la tensione e la paura di passare una notte in bianco: si tratta di buone pratiche e abitudini serali con cui lasciar andare la giornata e le sue difficoltà, abbracciando in modo accogliente e sereno la notte che ci attende.

Tisane

Scegliere di bere una tisana o un infuso alle erbe o il rimedio della nonna: la classica tazza di camomilla, o per restare moderni magari un mix detox e rilassante, è un ottimo modo per concludere la giornata prendendosi cura di mente e corpo.

Cromoterapia

Anche la cromoterapia, grazie al potere calmante e lenitivo che alcuni colori hanno sulla nostra mente e gli stati d’animo, è un modo azzeccato per lasciar andare rabbia e tensioni, abbandonandosi al relax del riposo.

Yoga

Le tecniche di rilassamento yoga o per i più avanzati, le tecniche di addormentamento dello yoga nidra, aiutano a calmare gli stati di ansia, rabbia, agitazione e stress.

Corpo e mente, ricordiamolo, sono un connubio che va all’unisono: allungare e distendere i muscoli, sciogliere le tensioni accumulate, imparare a gestire il respiro con sedute di yoga serali rappresentano una pratica perfetta per ringraziare il nostro corpo-tempio e allo stesso tempo rasserenare l’umore.

Meditazione

La meditazione è un grande alleato per trovare la serenità interiore.

Meditare è forse la prima azione quotidiana da compiere, al risveglio, e l’ultima prima di distendersi sul letto. Brevi sessioni di meditazione focalizzate sul respiro sono un toccasana per tutto il nostro organismo. Meditare significa essenzialmente concentrarsi su una singola azione, allontanando le fonti di preoccupazione e stress dal nostro stato mentale.

I benefici dello svegliarsi presto al mattino

Chi prima comincia, ben comincia

Se ripensate alla vostra adolescenza, una delle immagini che sicuramente vi riaffioreranno alla memoria è il suono della voce della mamma o del papà che vi ricorda che “Farete tardi a scuola”, o che “È pronta la colazione ed è l’ora di alzarsi”.
Già, proprio quello: il momento della sveglia. Una delle azioni più delicate della quotidianità, per qualcuno addirittura un piccolo “trauma” che si ripete ogni mattina.

È possibile svegliarsi ogni mattina col piede giusto, vi starete chiedendo? Ebbene la risposta è complessa ma esistono sicuramente delle pratiche che aiutano l’organismo e l’umore ad affrontare la giornata con l’attitudine migliore. Una di queste è, per l’appunto…svegliarsi presto.

I benefici della sveglia anticipata

Svegliarsi presto è un toccasana per stare meglio: sembra, ad esempio, che chi non ha come abitudine quella di non attardarsi a letto la mattina abbia un indice di massa corporea più basso, tenda a sviluppare meno facilmente possibilità di contrarre diabete, goda di un buonumore più spiccato e soffra più raramente di disturbi del sonno.
Insomma, i benefici ci sono tutti.

La qualità del riposo, in particolare, sembra davvero che possa trarne enorme giovamento poiché, andando a letto prima la sera e svegliandosi presto la mattina, il corpo è in grado di sfruttare al meglio le fasi del sonno permettendo un benessere a 360 gradi.

Il ristoro del sonno dipende, come sappiamo, da numerosi fattori: alcuni legati alle buone pratiche e alle abitudini quotidiane che ciascuno di noi assume, altri a fattori esterni come la qualità del materasso su cui riposiamo, l’igiene del sonno e la storia “genetica” personale.

Svegliarsi presto come abitudine

Anche se inizialmente non sarà un gioco da ragazzi, soprattutto per chi é abituato a tirar tardi rigirandosi fra le lenzuola, è fondamentale provare a cambiare le regole della routine e impostare la sveglia al canto del gallo.

Come fare? Beh, anzitutto posizionandola lontana dal vostro letto così che non possiate posticipare il risveglio solo con un semplice cenno della mano ma siate in qualche modo “costretti” a perdere il sonno spostandovi e a mettervi in piedi.
È un “trucchetto” antico come il mondo ma ancora valido ed efficace.

Impostate anche una routine del riposo regolare e funzionale al vostro stile di vita, considerando il range di 7-8 ore per notte come quello standard ma proficuo da rispettare.

Consigli utili da seguire appena svegli

La prima cosa da fare, al mattino, è una bella ricarica di energia e luce solare. Affacciatevi alla finestra, o andate in terrazza o in giardino se ne avete uno, e godete di un paio di minuti di aria e luce.

Poi cominciate la giornata con un bel bicchiere di acqua tiepida e mentre fate colazione o vi preparate alla vostra routine del risveglio (leggere il giornale, ascoltare podcast o musica, meditare) cercate di canalizzare al meglio le energie necessarie per la giornata concentrando l’attenzione sui pensieri positivi, luminosi, e gli obiettivi desiderati.

L’abitudine di svegliarsi presto si costruisce con pazienza e costanza: non preoccupatevi se non riuscite ad essere agili e scattanti al primo tentativo.
Fra qualche mese, seguendo questi consigli, sarete delle allodole perfette.

Sessualità e riposo

Non è un segreto che molte coppie, nell’arco della loro vita sentimentale, subiscano rallentamenti e crisi fra le lenzuola: astinenza, mancanza di desiderio, apatia, sono soltanto alcune delle cause più comuni che possono portare ad un raffreddamento del legame amoroso ed erotico fra due innamorati.

Sono crisi da cui si può venirne fuori? Possono essere ricondotte ad altri fattori? Ebbene la risposta è si, e forse non tutti sanno che anche il sonno è fra quei fattori in grado di influenzare non soltanto la performance ma anche il generale andamento di una relazione sessuale.

Sessualità e riposo: quali correlazioni?

Alcuni studi compiuti negli ultimi 10 anni hanno sottolineato, ad esempio, la correlazione fra mancanza di sonno e abbassamento di livelli di testosterone (dovuti al rilascio maggiore di cortisolo in periodi di stress ed insonnia) e tramite altre ricerche si è cercato di riflettere sul legame fra apnee notturne e disfunzioni erettili o carenza di libido.

In generale le donne sembrano più portate a subire le oscillazioni di desiderio sessuale legate a mancanza di sonno e stanchezza. Il forte accumulo di stress e ansia – in particolare nelle donne con figli – riduce la passione amorosa e questo, come si immagina, può ripercuotersi negativamente sull’equilibrio della vita di coppia.

Le soluzioni per dormire meglio e ritrovare l’armonia sessuale

L’affiatamento sessuale, si sa, è una dinamica molto complessa che ingloba numerosi fattori e variabili. Sarebbe impossibile, nonché scorretto, analizzare i singoli fattori in maniera indipendente o imputare le cause agli uomini o alle donne. Non è una questione di genere, e forse nemmeno troppo legata all’età, ma un equilibrio delicato che ha a che fare con la serenità in primis sentimentale della coppia, l’affinità emotiva che si costruisce fra due persone e anche il grado di confidenza che la coppia sviluppa giacché fare l’amore, come dormire insieme, sono atti estremamente intimi e “personali”.

Per escludere le interferenze di eventuali problemi di sonno nel sesso è bene fare propria una parola chiave, un consiglio e un mantra utile per gestire la propria giornata ma anche la relazione col proprio partner: regolarità.

Andare a dormire con orari sfalsati, destabilizzando il ritmo sonno-veglia, non è un’abitudine da consolidare, così come quella di usare tablet e smartphone prima di addormentarsi o di affrontare discussioni emotivamente impegnative nelle ore precedenti al riposo.

Queste abitudini o manifestazioni destabilizzerebbero l’umore, e conseguentemente il riposo e alla lunga creerebbero frustrazione, ansia e stati depressivi.

La camera da letto è un tempio sacro

Ascoltate un brano di musica rilassante col vostro partner prima di addormentarvi, bevete una tisana, abbandonatevi al piacere di una chiacchiera frivola, ridendo insieme.
Si tratta di alcune piccole e buone abitudini da condividere prima di addormentarsi: gesti che fanno trovare (o ritrovare) l’affiatamento e l’intesa erotica, la voglia di scoprirsi e di esplorare.

Cercate di essere precisi e rigorosi nelle vostre pratiche, il che non significa cadenzare l’attività sessuale sempre negli stessi orari e giorni, come fosse un appuntamento, ma rispettare i tempi e le necessità del proprio organismo, concedersi al piacere sessuale ogni volta in maniera incondizionata.

Il sonno ne godrà benefici ineguagliabili, e l’umore pure.

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