Dal letto alla francese al King size: le dimensioni del letto si sono evolute

Gli spazi dell’abitare sempre in continua trasformazione, con mono e bilocali che aumentano esponenzialmente nelle nostre città compatte e popolose, nuove esigenze e stili di vita, più frenetici e funzionali, i numerosi e recenti cambiamenti sociali a cui siamo stati sottoposti per far fronte ad emergenze improvvise come quelle pandemiche, che tanto hanno tolto e rivoluzionato nel modo in cui si percepiscono e si vivono i luoghi, insomma…tante e diversificate sono le ragioni per cui le nostre case, oggi, sembrano assai diverse da come apparivano anche solo trent’anni fa.
Si tratta di motivazioni endemiche, o strutturali, sicuramente anche economiche, sociali: la casa è oggi “un investimento”, un punto d’appoggio, una rendita per affitti brevi o turistici.
Il design deve essere proporzionato ma funzionale, minimal, essenziale per contenere tutto quello che è necessario per vivere in maniera facile e veloce.
Cosa c’entrano, però, in tutto questo anche…i materassi?
Ebbene, proprio il letto, o meglio il sistema letto, con tutti i vari elementi di cui è composto, ha seguito i cambiamenti e le rivoluzioni del nostro stile di vita ed ecco che le dimensioni dei materassi prendono nuove caratteristiche e tipologie.
Scopriamole insieme in questo articolo.

Il materasso singolo

Il materasso singolo, che qualcuno vorrebbe vedere scomparso o sempre più in disuso, in realtà è ancora una tipologia di letto utilizzata. Specialmente per stanze per gli ospiti, per chi vive in spazi piccoli o deve approntare temporaneamente una sistemazione di fortuna, il letto singolo è una risorsa utile e sempre valida.
La dimensione standard dei materassi singoli era generalmente 80×190. Oggi, però, ci attestiamo sempre più spesso sugli 80×200 o addirittura 90×200.
Come a dire… singoli si, ma comunque materassi ben confortevoli e più spaziosi.

Il letto alla francese

Il letto alla francese, di 140×190 (o 200 cm), chiamato anche “letto antico napoletano” è una scelta molto comune, specialmente per le giovani coppie che spesso nelle loro abitazioni si vedono costrette a sacrificare un po’ di spazio in nome della funzionalità e della praticità del vivere quotidiano.
Si tratta di una misura passepartout, una sorta di jolly, che in Francia viene appellato come grand lit, appena più ristretto di un matrimoniale standard ma comunque confortevole per trascorrere notti serene e rigeneranti.

Letto matrimoniale e ad una piazza e mezzo

Il letto matrimoniale standard, ovvero 160×190, subisce spesso uno scarto in lunghezza di ben 10 centimetri, arrivando anche ai 2 metri.
Proprio in favore di zone notte e camere più ristrette, spesso viene sostituito da letti alla francese o ad una piazza e mezza (specialmente per giovani e single).
Il letto da una piazza e mezzo ha misura di 120×190 (o 200 cm) ed è comunque molto comodo da gestire ma certo non troppo adatto a chi dorme in due ed ha un sonno molto movimentato.

Letto King Size

Le misure king size, ovvero 180×200 o addirittura 210 sono sempre più in voga in tante parti del mondo: che sia per il generale aumento di altezza e peso della popolazione mondale, con una tendenza sopra la media a stazze e corporatura oversize, o che sia la fascinazione di grandi letti visti nei film o sulle riviste patinate come compendio di sontuose camere da letto di vip e personaggi celebri, oggi tutti vanno pazzi per le grandi dimensioni.
Si tratta indubbiamente di scelte comodissime, ma da valutare con attenzione in base alla capienza e alle misure della stanza da letto.
Sarebbe un peccato, nonché un grande svantaggio, avere un letto ingombrante che compromette la funzionalità e anche il “respiro” della stanza, soffocandone i volumi.

Earthing… a piedi nudi per dormire meglio

“Barefoot in the park” (A piedi nudi nel parco) è un bellissimo film diretto da Gene Saks nel 1967 con protagonisti Jane Fonda e Robert Redford. Il nostro articolo di oggi, però, non tratterà di cinema ma volevamo prendere spunto, e rendere omaggio, ad una pellicola che contiene nel titolo qualcosa che invece ci riguarda da vicino. Parleremo infatti di “earthing”, ossia una buona pratica ed abitudine che consiste nel camminare scalzi sulle superfici della terra, in particolar modo sull’erba.

Earthing: di cosa si tratta?

Traendo origine, nel significato, proprio dal mondo anglosassone (earth: in inglese terra), questa pratica è in realtà qualcosa di molto antico ed ancestrale, basti pensare ai popoli antichi o tribali.
Anche se oggi, col cemento che invade le nostre strade e le scarpe con suole di gomma (dunque isolanti) ci pare impensabile anche solo valutare l’idea, in realtà camminare scalzi apporta numerosi benefici all’organismo in quanto la terra, con la sua naturale carica elettrica ed energetica, è di fatto un campo magnetico.
Il nostro corpo, parimenti, emana scariche, flussi e onde vibrazionali: con la gomma delle suole, però, è come se isolassimo la nostra energia non lasciandola fluire insieme a quella della terra. Siamo, in altre parole, schermati.
È sempre un bene, tuttavia?
Senza scendere in dettagli astrusi e riflessioni troppo complesse, ci sono molti studi sull’earthing – come quelli condotti da Clinton Ober, Stephen T. Sinatra e Martin Zucker – che indagano circa le possibilità e i benefici di riappropriarsi di un’abitudine sana, rigenerante, riequilibrante, in grado di connettere il nostro flusso di onde interne con il ritmo e le energie della terra.

I benefici di fare earthing

Ovviamente non stiamo parlando di nulla di estremo e azzardato: non suggeriamo di andare a lavoro scalzi, nelle grandi metropoli in cui sempre più viviamo. Si potrebbe, tuttavia, provare a toglierci le scarpe per passeggiare nel giardino di casa, in un parco, nella propria abitazione, sul lungomare.
Appena ci si sente comodi per poter camminare in sicurezza scalzi, potrebbe essere davvero una buona abitudine – anche per i più piccoli, che col loro istinto primordiale spesso lo fanno anche da soli – quella di rimuovere le scarpe e calpestare il suolo, fermarsi a respirare, lasciar passare e scorrere l’energia che si irradia dalle piante dei piedi.
Secondo la medicina tradizionale cinese, infatti, proprio dal piede passano numerosi meridiani che sono fondamentali per dare linfa e ristabilire armonia e vigore ai vari organi del corpo.

Earthing e sonno

Fra i vari benefici del fare earthing troviamo:

• La riduzione di infiammazioni e dolori cronici
• Effetti calmanti e rigeneranti su tutto il nostro corpo
• Effetti calmanti sulla mente
• Riequilibrio dei chakra
• Miglioramento del sonno

Proprio sul benessere del riposo, infatti, si focalizzano recenti studi in materia, provando a stabilire una connessione fra la pratica di camminare scalzi e la ripresa di un sonno qualitativamente e quantitativamente più soddisfacente e prolungato.
Dunque…che fare? Ci togliamo le scarpe per sentire il battito e il ritmo naturale della terra?